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| Call of Duty è tornato. Più forte che mai dopo le nubi che avevano avvolto il franchise al licenziamento in tronco dei boss di Infinity Ward. E l’input per questa rinascita, telefonata a dir la verità, viene proprio dalla rivale della suddetta software house californiana, Treyarch: è indubbio che quest’ultima possa godere, adesso, di una posizione avvantaggiata nella politica dell’alternanza che la coinvolgerà insieme alla neonata Sledgehammer; una posizione che le consente di uscire dal seminato, di mostrare (come riportato nella recensione di GamesNation) una forte personalità senza sfasciare quanto di buono era stato finora fatto.
Per questo motivo, Call of Duty: Black Ops mantiene la campagna basata su due diversi personaggi che ormai costituisce un punto fermo della serie, pur approfondendo la caratterizzazione di protagonisti finalmente delineati nei loro caratteri, più che semplici mani e piedi del nostro alter-ego digitale. Alex Mason e Jason Hudson, rispettivamente Corpi Speciali e CIA, tenteranno di bloccare l’ascesa sovietica nel corso di una Guerra Fredda giunte alle sue fasi cruciali: altra svolta, quella dell’ambientazione moderna, che richiama il passato (non troppo lontano) di Infinity Ward e scaccia i fantasmi dell’inflazionatissima Seconda Guerra Mondiale, sebbene non riesca a modificare l’aspetto più criticato della saga, ovvero la linearità dell’azione.
Il piatto level design non prevede, infatti, l’esistenza di bivi e di sequenze che non siano state scriptate ad hoc. Il giocatore medio farà comunque fatica a notarlo, a farlo pesare sul proprio giudizio, perché le ondate di nemici da battere sono tante e la loro intelligenza artificiale troppo raffinata per consentire pause di riflessione “on the fly”. E, a proposito di raffinatezza, il comparto grafico di Black Ops non fa che aggiungere materia prima al superbo motore con cui, un anno fa, veniva realizzato Modern Warfare 2: d’alto livello l’interattività con i fondali ben realizzati, precise le animazioni degli uomini sullo schermo, pregevoli gli effetti di illuminazione ai quali si deve gran parte dell’elogio complessivo.
Per finire, citiamo la cura riposta nella realizzazione del doppiaggio italiano (recitazione su standard cinematografici) e dell’audio in genere, poco invasivo ma gradevole nelle sequenze filmate. Dettagli che, coadiuvati da una resa visiva eccellente e un gameplay che si conferma nei suoi pregi soprattutto in multiplayer, rendono Call of Duty: Black Ops l’ennesimo FPS di casa Activision a non poter mancare nelle collezioni degli appassionati.
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